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Il giorno 5 febbraio 2014 a Trafoi lo Studio Ingegneria per la Montagna di San Martino di Castrozza ha organizzato la prima dimostrazione in Italia del sistema di distacco artificiale di valanghe Lawin LOCKER, sviluppato dalla ditta austriaca Elma-Tech di St. Florian (nella zona di Linz), dell’ingegner Herbert Steinleitner.

Erano presenti i delegati di alcune Società sciistiche dell’Alto Adige, del Trentino e della Lombardia, esperti del competente ufficio Valanghe della Provincia di Bolzano, membri del Soccorso Alpino dell’Alto Adige ed alcuni sindaci della Val Venosta, tutti accomunati dall’interesse per una soluzione agevole ed economica ai pesanti problemi di sicurezza del transito degli utenti su piste e strade che nell’inverno 2013/2014 più che mai hanno reso la vita difficile in molte zone alpine.

Il sistema Lawin LOCKER è stato sviluppato per trovare una soluzione ai tradizionali inconvenienti del distacco mediante esplosivo, vale a dire la pericolosità e le complicazioni autorizzative, del distacco mediante apparecchi fissi, costoso e poco flessibile nell’impiego, e delle operazioni mediante elicottero, in genere efficaci, ma spesso rese impossibili dalla presenza di nebbia ed oscurità.

Il funzionamento del sistema è molto semplice, si tratta fondamentalmente di un mortaio, il quale sfrutta un tiro curvo (tiro indiretto) per il lancio delle cartucce di esplosivo. Il calibro della canna è di 125 mm, con lunghezze diverse in funzione della gittata richiesta.

Il caricamento avviene direttamente dalla bocca della canna. La cartuccia è dotata di un collegamento elettrico da connettere alla morsettiera installata sul telaio di supporto del sistema di di lancio.

Il proiettile viene azionato da un comando a distanza dotato di batteria e collegato via cavo, di opportuna lunghezza per garantire un’adeguata distanza di sicurezza, alla morsettiera.
 
La gamma di soluzioni del sistema Lawin LOCKER e composta da 4 varianti, di medesima potenza esplosiva, che differiscono sostanzialmente dal raggio d’azione fornito dalla gittata massima:
 

1.   versione portatile mediante apposito zaino, denominato “Murmel 125”, con gittata fino a 300 m;

2.   versione portatile per doppio lancio, denominato “Fellow 125/2”, con gittata sempre fino a 300 m;

3.   apparato mobile a medio – lungo raggio, trasportabile da un battipista, denominato “Grosser Bar 125/1”, con gittata fino a 550 m

4.   apparato fisso su fondazione, per lanci a lunga distanza, tipo “Grosser Bar 125/1”, con gittata fino a 700 m

5.   Apparato fisso “Grosser Bar” in esecuzione speciale per lanci a lunghissima distanza, con gittata fino a 950 m.

I corpi pirotecnici attivi, chiamati “LaLoc Bom” e “Ballista” vengono consegnati incapsulati da un involucro di legno e cartone, completamente biodegradabile, e quindi ecocompatibile anche nel caso in cui non venisse recuperato; è comunque dotato di piastrina Recco per l’eventuale ricerca estiva.

Analogamente ai fuochi pirotecnici, sono costituiti da:

·      una camera di lancio, contenente polvere nera, che ha il compito di fornire la propulsione e innescare la spoletta.

·      la spoletta, composta da uno spezzone di miccia lenta, di lunghezza variabile così da avere diversi ritardi di innesco della carica di scoppio.

·      dalla camera di scoppio vera e propria, contente un miscuglio di sostanze pirotecniche, che, innescato dalla spoletta, provoca l’esplosione e la conseguente onda d’urto in grado di causare il distacco.

Complessivamente le sostanze attive pesano tra 1100 e 1300 grammi per carica. Tutte le sostanze contenute hanno la caratteristica di divenire innocue al contatto con l’umidità; questo se da un lato comporta l’esigenza di custodire le cariche in luoghi asciutti, d’altro canto garantisce che, in caso di mancata detonazione, il bossolo diviene assolutamente innocuo per l’uomo e per l’ambiente nel volgere di breve tempo.

A seconda della gittata richiesta le cartucce esplosive possono essere dotate di stabilizzatori posteriori (mod. Balista) o prive (mod. LaLoc Bom).

L’utilizzo più efficiente è preceduto da una semplice valutazione balistica che, sulla base della zona di distacco individuata dall’esperienza locale, determina l’inclinazione della bocca di lancio ed il tipo di carica da utilizzare; infatti misurando, anche mediante un semplice telemetro, la distanza da coprire rispetto alla bocca di lancio, si individua la carica più adatta, vale a dire quella dotata di una miccia con lunghezza tale che la detonazione della sostanza pirotecnica avvenga in prossimità del manto nevoso.

Ai sensi della vigente Legislazione di matrice comunitaria da poco introdotta anche in Italia, l’utilizzo del sistema è consentito da parte di operatori in possesso della attestazione di idoneità per l’accensione di fuochi artificiali; è un’abilitazione meno impegnativa di quella di “fochino” e che ha validità illimitata nel tempo (non richiede rinnovo periodico); si ottiene sostenendo un esame presso una Questura italiana, eventualmente preceduto da un corso di qualche giorno che saltuariamente viene organizzato in sedi diverse.

Anche il trasporto e la detenzione di tale genere di sostanze è molto meno gravoso di quello degli esplosivi tradizionali: una quantità fino a 20 kg può essere trasportata senza particolari adempimenti anche su un mezzo privato, ed è possibile lo stoccaggio di una quantità fino a 25 kg in un qualsiasi edificio, purché in ambiente asciutto. Si avrà l’opportuna accortezza di evitare la vicinanza con sostanze infiammabili ed esplosive. 

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Brochure:

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